UNA BUONA AZIENDA PER UN BUON BUSINESS
Collins dictionary definisce la parola “Business” così: (Business is used when talking about how many products or services a company is able to sell. If business is good, a lot of products or services are being sold and if business is bad, few of them are being sold). Potremmo sintetizzare e attualizzare dicendo che se fai del Good Business sarai capace di profitto, al contrario se fai del Bad Business no. Una definizione per sua natura difficilmente può essere esaustiva e quindi ne cogliamo il senso per proseguire con la nostra riflessione...
Frasi o parole del tipo; fidelizzare, sostenibilità, soddisfare bisogni fanno parte del vocabolario di una buona azienda e per fare del buon business devi essere una buona azienda. Un good business soddisfa quei reali bisogni d’acquisto espressi dal consumatore, senza crearne di artificiali o ingannevoli. Che cosa si intende? Per fare un esempio, il cattivo (bad) business si manifesta in tutte quelle pratiche atte a creare falsi bisogni e come vedremo sono sempre più out of business.
Se analizziamo i dati di un recente sondaggio svolto da SalesForce su un campione di più di 13000 consumatori e più di 3000 buyers alla domanda sul cosa influenzasse la decisione di acquisto verso una determinata azienda, il 94% degli intervistati ha affermato che decide in base al “treatment of customer”. Secondo la rivista Forbes il Treatment of Customer è Il modo in cui i clienti vengono trattati dalla vostra azienda, o anche solo il modo in cui percepiscono tale trattamento, può fare la differenza tra un cliente fedele e di lunga data e un cliente scontento e insoddisfatto che non esiterà ad andarsene. Il creare o tentare di creare falsi bisogni nei clienti viene prima o poi “scoperto” dal cliente che ha accesso a milioni di informazioni da condividere con altri consumatori e viene percepito come un pessimo trattamento al limite dell’inganno, generando non solo la perdita del cliente stesso, ma anche una inarrestabile flusso di cattivi feedback che andranno a compromettere la reputazione aziendale con conseguenze spesso irreversibili. Il sondaggio riporta inoltre che I’85% degli intervistati ritiene importante per la decisione d’acquisto il trattamento degli impiegati, il 78% l’impegno per l’ambiente, 75% l’impegno e la posizione aziendale riguardo le ingiustizie economiche, 73% riguardo le ingiustizie razziali sul lavoro, il 70% riguardo il community involvement cioè il potere di apportare cambiamenti positivi e misurabili sia alle comunità in cui operiamo sia alla nostra azienda. Il coinvolgimento della comunità comprende ad esempio le donazioni in natura e finanziarie, giornate di volontariato per i dipendenti, collaborazioni durature con organizzazioni non profit e altro ancora. Riusciamo a capire che le decisioni di acquisto e la fedeltà al brand sono determinate dai dati rilevati. Davvero il cliente acquista l’intera azienda e il fatto che abbia coscienza di questo è un trend ed è fondamentale tenerne conto. Il cliente acquista l’intera azienda, pertanto i prodotti/servizi sono una conseguenza del prima acquisto e il motivo della fedeltà futura.
Ore è il tempo adatto per sommare le parole Business+Etica perché il totale genera la parola Profitto che a sua volta genera Benessere per l’Azienda e le Persone che vi entrano in contatto. Tale strategia, o meglio condotta, produce una redditività sostenibile, la quale assicura longevità all’azienda. Perché è superfluo ricordare che un’azienda esiste per generare profitto che è cosa molto buona se orientata verso la soddisfazione dei reali bisogni del consumatore che oggi, e sempre più nel prossimo futuro, premierà quelle aziende che li soddisfano. In sintesi, il consumatore oggi vuole dare i propri soldi non solo per acquistare un prodotto/servizio di cui ha bisogno, ma vuole anche che i suoi soldi vadano ad aziende che soddisfino quei criteri espressi sopra. Questo atteggiamento aziendale si dimostra una strategia win-win dove tutti vincono. Questa attenzione aziendale viene poi espressa dalla reputazione del brand (ne parliamo qui) (nota: mettere link a post “stessa destinazione mezzi differenti) che ci permette di uscire dalla guerra dei prezzi…quel luogo dove nulla è possibile se non la sopravvivenza, quel luogo che rappresenta il cattivo business che se anche dovesse generare volumi di vendita, sicuramente non produrrebbe redditività. La principale innovazione aziendale da eseguire è produrre un Good Business e molto spesso per realizzarlo la nostra azienda necessita di adattamenti, modifiche e solo in pochi casi di rivoluzioni. Riepilogando dirigere le strategie aziendali per andare a soddisfare quei bisogni espressi sia dai consumatori che dai buyers intervistati e pertanto questo vale sia che la tua azienda operi nel campo BtB o BtC.
1. Ricerca dei bisogni del cliente e cura a 360 gradi del rapporto con esso.
2. Una buona politica verso i dipendenti
3. Dimostrare politiche per la cura dell’ambiente
4. Agire ed operare a sostegno delle ingiustizie economiche
5. Agire a sostegno della lotta alle ingiustizie razziali
6. Aiutare la comunità attraverso iniziative concrete
Tenere in considerazione questi fattori che influenzano in maniera decisiva le intenzioni di acquisto è una buona strategia per un Good Business. Il profitto abbinato all’ etica è un binomio che il cliente pretende. Sta o noi avere un Good or Bad Business.